10 Dicembre 2013 – Nei mesi scorsi CDR ha svolto un’indagine in collaborazione con AIFO, l’Associazione Italiana Frantoiani Oleari, per scoprire come avviene il controllo di qualità dell’olio di oliva nei frantoi.
Attraverso la distribuzione di un breve questionario è stato raccolto il parere di frantoiani e gestori di impianti per la produzione di olio di oliva circa le analisi dell’olio in frantoio ed i metodi utilizzati per farle. Il quadro che emerge è molto interessante.
Innanzitutto il controllo di qualità dell’olio direttamente in frantoio è sempre più diffuso, sia per le partite d’olio in conferimento che per le partite di olio dei privati.
Circa il 60% dei frantoi riceve richieste da parte dei privati per analizzare l’olio prodotto in frantoio e quasi la totalità ritiene che sia importante dotarsi di uno strumento che analizzi istantaneamente l’olio.
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I frantoi si attrezzano dunque per soddisfare sia le esigenze di gestione dell’olio in conferimento sia le richieste dei privati. Utilizzano strumenti come acidimetri, kit test per acidità, buretta graduata. Le analisi più richieste ed eseguite sono: acidità, perossidi e polifenoli.
Circa un terzo degli intervistati utilizza il sistema di analisi CDR OxiTester che unisce rapidità di analisi, semplicità di uso e precisione dei risultati. Con il metodo CDR OxiTester le analisi vengono realizzate direttamente in frantoio, in modo rapido ed istantaneo, dal personale del frantoio e con una piccola quantità di campione. L’alternativa è utilizzare strumenti approssimativi oppure affidarsi a laboratori di analisi esterni al frantoio, se non addirittura fare le analisi sia internamente che esternamente al frantoio.
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In conclusione, analizzare l’olio in frantoio rappresenta un’attività fondamentale per la gestione corretta delle partite di prodotto e per il controllo di qualità; rappresenta inoltre un servizio particolarmente apprezzato dagli olivicoltori che si rivolgono al frantoio.